C’è però un gruppo di sub, e di velisti prestati alla pesca sportiva, che non si rassegna, si dà da fare e fonda un Club che ha però vita breve per alcuni incidenti di percorso propri di quella pericolosa attività (almeno a quei tempi). Ma l’anima della vela che è in loro fa valere i suoi diritti. Altri regatanti frustrati si svegliano per primi (come poi si sveglieranno “vecchi” canottieri e pescatori sportivi). Stanchi di lacrimare al vento (e che vento!) delle mura, vogliono che la tramontana gonfi le vele nell’entusiasmo della bolina. Si riuniscono più volte, e affidano all’indimenticabile notaio Vinci l’atto di nascita del Circolo della Vela di Gallipoli: il suo guidone reca, su fondo blu, il Rivellino, vecchio guardiano della città appollaiato sul mare come un enorme gabbiano.